Sunday, April 11, 2010

HAKUNA MATATA ovvero post.n.3

Nell’aprile 2006, decidemmo di andare in Sudafrica per una vacanza . Per vedere che tipo di posto fosse il paese dove mio marito trascorreva gran parte del tempo, mettendo su una attivita’ commerciale.

Devo ammettere che, sebbene ami viaggiare, all’epoca non ero andata piu’ lontana dell’Europa e del Medio Oriente, mai in vacanze esotiche in isole sperdute…che diavolo aspetti? Di diventare nonna? Sentivo di stare per esplorare “l’incognito”, che non era poi cosi misterioso visto che qualcosa mi arrivava dai racconti delmio compagno.

Cosi’, cominciai a fare i bagagli per tutta la famiglia, operazione che prese un paio di giorni bene…vediamo…adesso in Italia e’ primavera, il che vuol dire che in Sudafrica e’ autunno, il che potrebbe voler dire di portare vestiti appropriati. Bho’? Cosa infilo in valigia pullover di lana o di cotone? Prendo sandali o scarpe sportive? Ci sara’ bisogno di una crema solare protettiva? Ah, non mi devo dimenticare i farmaci di pronto intervento per i piccoli…

Nonostante un leggero panico da bagagli, alla fine riuscii nell’impresa piu’ difficile, portare le cose giuste per una famiglia con quattro figli.
Cosi’, stracarichi, andammo all’aeroporto per decollare verso Johannesburg in un bellissimo pomeriggio di primavera, dove lasciavo la mia amata Toscana per un salto nel buio dell’ Africa selvaggia…ma sara’ davvero poi cosi’ selvaggia?

Il volo fu una cosa abbastanza avventurosa, considerando I 39 gradi di febbre della mia bimba piu’ piccola che non aveva ancora 4 anni perche’ hai aspettato di essere sull’aereo per ammalarti? e che non era felice di sentirsi intrappolata in un sedile di aereo mentre gli altri passeggeri cercavano di dormire ti prego non vomitare…ce la faccio con la febbre ma non col vomito… La turbolenza sull’equatore non aiutava. Dopo qualche ora, quando la hostess ci porto’ i vassoi con la colazione ero in paradiso, completamente rilassata direi esausta e pronta per l’avventura.

La cosa che mi colpi’ immediatamente,cominciando la discesa verso Johannesburg, naso incollato al finestrino, fu l’enorme distesa sotto di me piena di grandi brufoli blu, come un extraterrestre affetto da varicella…Erano semplicemente PISCINE! Di tutte le misure e forme. Mi aspettavo di vedere correre felici zebre e giraffe, invece potevo ammirare piscine.

Questo fu il primo scenario che mi accolse in Sudafrica.

Come in ogni bella vacanza che si rispetti, la regola che il tempo vola, non fece eccezione: le tre settimane stavano andando via veloci, il nostro tempo era intenso e pieno di cose belle da scoprire, il clima assolutamente perfetto. Trascorremmo tutto il tempo a Johannesburg, con l’eccezione di alcuni giorni a Zimbali, un posto immerso nella natura vicino a Durban, poiche’ volevo immergermi nella vita della metropoli per vedere com’e’ Johannesburg una parte di me gia’ silenziosamente innamorata del posto ed aperta alla possibilita’ di venire ad abitare qui.

Devo ammettere fu amore a prima vista: il rumore nelle strade, la musica alla radio, la luminosita’ del cielo piu’ bello che avessi mai visto, gli incredibili tramonti, l’andamento lento della vita, gli uccelli e la natura, ma piu’ di qualunque cosa il calore ed il sorriso della gente. Energia Pura…

Ogni singola persona che incontravo era affettuosa, sorridente, gentile anche se non mi conoscevano mio Dio, mi sento a casa…posso vivere qui, con questa gente, e’ energia pura . Cosi’ decisi in un attimo, coerentemente con l’impulsivita’ del mio carattere si, e’ davvero il tuo carattere: non ci pensi mai due volte quando devi prendere decisioni importanti che volevo trasferirmi in Sudafrica con i miei quattro figli, per riunire la famiglia.

Ma anche per crescerli in un posto dove la diversita’ puo’ essere bellezza, la poverta’ calore , che possiamo imparare ad aiutare e supportare gli altri; che essere diversi vuol dire essere tutti uguali perche’ siamo tutti UNO.
Stavo facendo l’esperienza profonda e sincera, dell’energia pura che fa del Sudafrica un posto cosi’ speciale. Non c’era una singola cosa che avrebbe potuto farmi cambiare idea.

Cosi, di rientro in Italia, annunciai alla mia famiglia annichilita che in settembre ci saremmo tutti trasferiti in Sudafrica.

Hakuna Matata, che mondo meraviglioso!



Copyright2010LorenzaVerdini

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